Musica e immaginazione come cura: un approccio per i disturbi alimentari


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I disturbi della nutrizione e dell'alimentazione (DNA), come l’anoressia nervosa, la bulimia e il binge eating (alimentazione incontrollata), rappresentano oggi un'emergenza sanitaria di rilevanza crescente. Si tratta di patologie complesse che non coinvolgono solo il corpo, ma anche la mente, con un impatto devastante sulla vita quotidiana delle persone colpite. Secondo le stime, in Italia, nei primi anni 2000 le persone affette da disturbi alimentari erano circa 300.000; oggi, invece, si parla di oltre 3 milioni di casi.

Negli ultimi anni, i disturbi alimentari hanno conosciuto un’esplosione anche tra i giovanissimi. Tipicamente, queste patologie iniziano a manifestarsi durante l’adolescenza e colpiscono soprattutto le ragazze, ma il fenomeno si sta estendendo anche tra i maschi, con casi di insorgenza già intorno agli 8-9 anni. Durante la pandemia, la situazione è ulteriormente peggiorata: il Ministero della Salute ha rilevato un aumento del 30% dei casi, con una diminuzione dell'età media di insorgenza. Il numero verde nazionale “SOS Disturbi Alimentari” ha registrato un drammatico incremento di richieste di aiuto, che sono raddoppiate nel 2020 e triplicate nel 2023.
Questi disturbi non si limitano al rapporto con il cibo, ma coinvolgono una serie di fattori biologici, psicologici, familiari e socio-culturali, rendendo necessario un approccio multidisciplinare per affrontarli. I DNA possono infatti coesistere con altre patologie psichiatriche, come disturbi d'ansia, depressione e disturbi ossessivo-compulsivi, complicando ulteriormente il quadro clinico. In Italia, nel solo 2023, si sono registrati 3.780 decessi legati a disturbi alimentari, spesso a causa di complicanze mediche o di suicidi. Va inoltre segnalato che la rete di strutture di cura è ancora disomogenea sul territorio nazionale, con una maggiore concentrazione di centri al Nord rispetto al Sud.

In un panorama così complesso, diventa fondamentale esplorare nuove strade terapeutiche che vadano oltre i trattamenti tradizionali. Un recentissimo articolo descrive l’approccio del Metodo Bonny di Immaginazione Guidata e Musica (GIM), una forma di musicoterapia che utilizza la musica per accedere alle emozioni profonde dei pazienti e favorire un percorso di guarigione.
La ricerca condotta dalla professoressa Annie Heiderscheit presso l'Anglia Ruskin University di Cambridge, ha proprio esplorato l'efficacia del GIM nel trattamento dei disturbi alimentari: questo metodo utilizza la musica per evocare immagini mentali e stimolare l'esplorazione interiore, aiutando i pazienti a portare alla luce emozioni represse e traumi irrisolti. Il terapeuta guida il paziente attraverso un ascolto profondo e lo incoraggia a descrivere ciò che vede e prova, facilitando così un processo di trasformazione personale.

Lo studio ha analizzato 116 trascrizioni di sessioni di GIM con otto partecipanti affetti da disturbi alimentari. I risultati hanno evidenziato tre temi principali:


  1. Paesaggio emotivo: molti partecipanti hanno descritto un senso di blocco emotivo e difficoltà nell'esprimere i propri sentimenti. Grazie al GIM, sono riusciti a riconoscere e affrontare emozioni che altrimenti restavano nascoste.

  2. Relazioni: le sessioni hanno permesso ai pazienti di esplorare il loro rapporto con sé stessi, con gli altri e con il proprio disturbo alimentare, spesso percepito come un'entità separata. Questa "personificazione" ha consentito di prendere le distanze dal disturbo, favorendo un processo di separazione psicologica.

  3. Trasformazione e crescita: il GIM ha aiutato i pazienti a riscoprire le proprie risorse interiori, promuovendo un senso di empowerment. Molti hanno riferito di aver trovato nuove motivazioni per cambiare e adottare uno stile di vita più sano.


L'analisi delle trascrizioni ha rivelato un percorso terapeutico che richiama la struttura del "Viaggio dell'Eroe" teorizzata da Joseph Campbell. Proprio come l'eroe di una storia affronta sfide e ostacoli per trasformarsi, i pazienti durante le sessioni di GIM si trovano a confrontarsi con paure, traumi e relazioni irrisolte, fino a raggiungere una maggiore consapevolezza di sé.
Questo viaggio interiore, guidato dalla musica, si è rivelato particolarmente efficace nel favorire il cambiamento e la crescita personale.

L'integrazione del GIM nel trattamento dei disturbi alimentari rappresenta un esempio di Medical Humanities, un approccio che unisce medicina e discipline umanistiche per una cura più empatica e personalizzata. In questo contesto, il GIM non si limita a trattare i sintomi, ma offre uno spazio sicuro dove i pazienti possono esplorare i loro vissuti e ritrovare un senso di sé. Questa metodologia ha permesso di creare una connessione profonda tra corpo e mente, facilitando un recupero che coinvolge tutte le dimensioni dell'individuo.

La crescente diffusione dei disturbi alimentari, soprattutto tra i giovani, richiede approcci terapeutici innovativi che vadano oltre le terapie tradizionali. Il GIM, con il suo focus sull'esperienza estetica e sul coinvolgimento emotivo, rappresenta una delle pratiche nel trattamento di queste patologie complesse.
Attraverso l’uso della musica e dell'immaginazione, il GIM potrebbe aiutare i pazienti ad accedere a risorse interiori inaspettate, offrendo nuove modalità per affrontare le sfide quotidiane. Le Medical Humanities, in questo contesto, si rivelano uno strumento promettente per promuovere una medicina più umana e centrata sul paziente, in grado di ascoltare e accogliere la complessità delle esperienze vissute.
In un mondo in cui i social media amplificano modelli di bellezza irrealistici e possono contribuire all'incremento dei disturbi alimentari, è importante esplorare terapie che possano favorire un rapporto più sano con sé stessi. Il GIM potrebbe rappresentare una strada utile per supportare chi è affetto da questi disturbi, restituendo speranza e dignità. Tuttavia, rimane fondamentale proseguire la ricerca per valutare l'impatto reale di queste pratiche sul percorso di recupero dei pazienti, nonché la reale ed equa possibilità di accedere a trattamenti di questo tipo.
Riferimenti

Heiderscheit A. Thematic and intertextual analysis from a feasibility study of the Bonny Method of Guided Imagery and Music with clients in eating disorder treatment. Front Psychol. 2024 Oct 31;15:1456033. doi: 10.3389/fpsyg.2024.1456033. PMID: 39545138; PMCID: PMC11560787.

https://www.salute.gov.it/portale/saluteMentale/dettaglioContenutiSaluteMentale.jsp?lingua=italiano&id=6029&area=salute%20mentale&menu=DNA

https://www.salute.gov.it/portale/saluteMentale/dettaglioContenutiSaluteMentale.jsp?lingua=italiano&id=6029&area=salute%20mentale&menu=DNA&tab=1

https://pensiero.it/in-primo-piano/notizie/xii-giornata-nazionale-contro-i-disturbi-alimentari

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Published

2024-11-24

How to Cite

Author, D. (2024). Musica e immaginazione come cura: un approccio per i disturbi alimentari. OJS Demo Journal. Retrieved from https://ojs-services.com/ojsdemo/index.php/journal/article/view/2062

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